T'ho fatto da ombrello, adesso che il tempo s'è fatto più bello non ti servirò.
Quando una storia finisce te ne stai lì fermo con gli occhi che guardano le stesse cose di sempre. Stessi colori, stesso soffitto, stesso cielo ma un poco più grigio, stessi piatti da lavare, stessi esame da dare, stessi amici ad aspettarti al bar, e tu?
Beh, sei sempre lo stesso pure tu. Stessi occhi, stesse mani, stesse camicie, stesse parole, stesso sguardo, stesso sorriso ma un po' più spento, stesse labbra per rimandare tutto a domani. Sei sempre la stessa persona, solo svuotata. Piena di ricordi, di frammenti, di promesse, piena di sguardi nella testa che vorresti gridare 'vaffanculo, basta!' perché ogni sguardo ti tormenta, piena di momenti impressi nella mente di cui sbarazzarti, ma vuota dentro. Vuota come se sulla bilancia il tuo cuore non pesasse più. Come se fossi arreso, e insieme arrabbiato, ma anche stanco di lottare e per questo arreso, da una parte forse speranzoso ma più che altro triste. Questo sei tu, sei ancora tu, sempre tu, ma non sei più lo stesso, non davvero. Perché ogni storia che finisce che abbia mai contato qualcosa per te, finisce pure te. Mette un punto che tu puoi solo andare da capo, ripartire ancora.
E pensi che è stancante, incredibilmente incredibile pensare che un giorno vorrai di nuovo perderti in altri occhi. Credi che sia impossibile.
E poi ripensi all'altra persona, quella che non è più lì. Alle cose più assurde, alle sue mani, e poi alla sua normalità.
''Fuori c'è un sole grande, spero lo vedrai.
E un po' mi penserai, ma saremo lontani
un giorno t'alzerai: ci vestiremo uguali.
Io metterò gli occhiali che mi hai regalato,
e tu t'incazzerai di nuovo col tuo capo,
e ti farai coraggio per restare a galla: non piangerai sulla mia spalla. ''
Com'è la vita senza di me? L'abbiamo pensato tutti.
Com'è la vita senza di me? Senza le mie risate, senza le mie sfuriate, senza la mia curiosità, senza i miei giochi di parole, senza i miei occhi, senza i nostri abbracci? Com'è la vita senza i miei giorni tristi, senza le notti insonni? Senza le mie braccia, senza le mie mani, senza il mio stupore, senza la mia pelle?
La risposta è che la vita è uguale, solo che non piangerai mai più sulla mia spalla.
Eppure, sai, saremo sempre collegati. Perché un giorno metterò gli occhiali che mi hai regalato, quello sguardo per vedere il mondo che mi hai regalato tu, e ci vestiremo uguali.
Perché le vite si mischiano, e pure dopo che si perdono, sono intrecciate comunque.
E ci sarà sempre un po' di me in te e viceversa. Perché è anche questo l'amore: lasciarti correre per il mondo mentre dentro di te hai un pezzo del mio cuore.
''T'ho fatto da ombrello,
adesso che il tempo s'è fatto più bello non ti servirò.
M'hai fatto da ombrello, adesso che il tempo s'è fatto più bello non mi servirai.''
E poi la più grande verità che io conosca messa in fila in parole. L'unica cosa certa che so.
Ci si ama per esigenza, ci si ama per sentirla un po' meno forte, la tristezza. Ci si ama perché non piova. Ci si ama per riuscire a dormire, per respirare bene. Ci si ama per calmarsi, ci si usa per sentirci meno soli. Ci si ama per non sentire la pioggia e poi, quando smette di piovere, ci si ama ancora ma, forse, non ci si serve più.
Grazie Silvano per questo capolavoro, ho scritto le parole più grandi di me perché il cuore è più bravo nella teoria che nella pratica, sempre. Almeno per me. E mi pioveranno addosso, come grandine
perché riesco a scriverle, ma non so pronunciarle.
Marzia
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